sabato 12 febbraio 2011

A presto!

Mi dispiace lasciare il blog così...sembra che ci manchi qualcosa. O no? Anche se abbiamo finito, vi lascio questo sito - www.cinemaitaliano.info - dove potete trovare un sacco di film italiani.

A presto
Raquel

martedì 25 gennaio 2011

TUTTA LA VITA DAVANTI


Il grottesco e tragicomico mondo del precariato italiano osservato con umanità da Paolo Virzì
Chiara Renda               

Nel bel mezzo di una corale apertura onirica a suon di Beach Boys, la voce narrante di Laura Morante ci introduce cautamente nella favola nera di Marta, ventiquattrenne siciliana trapiantata a Roma neolaureata con lode, abbraccio accademico e pubblicazione della tesi in filosofia teoretica.

Umile, curiosa e un poco ingenua, Marta si vede chiudere in faccia le porte del mondo accademico ed editoriale, per ritrovarsi a essere "scelta" come baby-sitter dalla figlia della sbandata e fragile ragazza madre Sonia (interpretata con struggente intensità da Micaela Ramazzotti). È proprio questa "Marilyn di borgata" a introdurla nel call center della Multiple, azienda specializzata nella vendita di un apparecchio di depurazione dell'acqua apparentemente miracoloso.
Da qui inizia il viaggio di Marta in un mondo alieno, quello dei tanti giovani, carini e "precariamente occupati" italiani: in una periferia romana spaventosamente deserta e avveniristica, isolata dal resto del mondo come un reality, la Multiple si rivela pian piano al suo sguardo ingenuo come una sorta di mostro che fagocita i giovani lavoratori, illudendoli con premi e incoraggiamenti (sms motivazionali quotidiani della capo-reparto), training da villaggio vacanze (coreografie di gruppo per "iniziare bene la giornata") per poi punirli con eliminazioni alla Grande fratello. Un mondo plasticamente sorridente e spaventato, in cui vittime (giovani precari pieni di speranze come il fragile Lucio 2 di Elio Germano) e carnefici (Ghini e Ferilli, di nuovo insieme diretti da Virzì dopo La bella vita) sono accomunati da una stessa ansia per il futuro che si tramuta in folle disperazione. Non c'è scampo per nessuno all'interno di queste logiche di sfruttamento, e a poco servirà il tentativo dell'onesto ma evanescente sindacalista Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea) di cambiare idealisticamente un mondo che difficilmente può essere cambiato.
Prendendo spunto dal libro della blogger sarda Michela Murgia, "Il mondo deve sapere", Virzì esplora con gli occhi di Marta, attraverso il viso curioso della fresca Isabella Ragonese (per adesso solo una piccola parte in Nuovomondo), l'inferno di questo precariato con tutta la vita davanti; e lo fa con lo spirito comico e amaro che da sempre lo contraddistingue. Accentuando stavolta i toni tragicomici e grotteschi da commedia nera, il regista toscano dà vita a un'opera corale, matura e agghiacciante, che rivisita (attualizzandola) la miglior tradizione della commedia amara alla Monicelli, costruendo – grazie anche all'apporto del fido sceneggiatore Francesco Bruni – personaggi complessi e sfaccettati, teneri e feroci, comici e tragici a un tempo, ma tutti disperatamente umani e autentici. Con la stessa umiltà e onestà intellettuale di Marta, Virzì si muove tra le spaventose dinamiche del mondo moderno senza mai cadere nel facile giudizio, nel pietismo o – vista l'attualità del tema – nella trappola del film a tesi, mantenendo sempre in primo piano il suo amore per gli ultimi e una compassione per le sue creature disperate e perfide, figlie di una società malata, ma forse non ancora in fase terminale. E se Marta può ancora sognare un mondo migliore per sé e per la bambina cui fa da baby-sitter, un mondo che balla spensierato ascoltando i Beach Boys e si affeziona a una voce telefonica, tutto attorno resta un ritratto allarmante dell'Italia di oggi, che Virzì svela sapientemente sotto una patina di sinistra comicità. Un'Italia dolce e amara quella di Tutta la vita davanti, che commuove e angoscia lasciandoci con un groppo in gola, come quell'ovosodo che non andava né su né giù.

sabato 22 gennaio 2011

Fuga di Cervelli


Da sempre gli uomini sono stati attirati dall'avventura e dal desiderio di cercare una vita migliore per loro stessi e per le loro famiglie, rifiutando di rassegnarsi  alla povertà o alla prepotenza. Questa è la realtà al giorno d'oggi.

Ma mentre tanti invadono l'Europa arrivati dal Brasile, dall'Africa o dai nuovi paesi dell'Est europeo, ci sono altri che lasciano la stessa Europa, delusi dalla mancanza di opportunità di trovare un lavoro che sia in grado di soddisfare le loro aspettative.

I giovani laureati europei si sentono traditi: dopo anni di studio e di impegno, di promesse e di speranze, si trovano in una situazione che non avevano mai sognato ossia, l'assenza di lavoro compatibile con la loro formazione.

Quindi ci sono molti che se ne vanno in Svezia, in Norvegia, in Cina, in Australia, in Bahrain e ancora in America per non far morire il sogno. È un peccato che i loro paesi vengano rubati della loro intelligenza, della loro capacità che gli sarebbero tanto necessarie.

domenica 16 gennaio 2011

Kossi Komla-Ebri, scrittore migrante

Nomi: Kossi Amékowoyoa Cognome: KOMLA-EBRI
Nato in Togo (Tsévié) il 10/01/1954, Kossi Amékowoyoa KOMLA-EBRI (Basile KOMLA) conseguita la maturità in Francia, approda in Italia nel 1974 a Bologna ospite del fu Card. Giacomo Lercaro presso il Collegio Internazionale “Villa San Giacomo”. Completati gli studi universitari in Medicina e Chirurgia a Bologna, si è specializzato a Milano in Chirurgia Generale. Oggi lavora in Laboratorio Analisi presso l’ospedale Fatebenefratelli di Erba (Co). È sposato e padre di due figli e risiede a Pontelambro (Co).
Vincitore del primo premio per la narrativa in occasione della terza edizione del concorso Eks&Tra nel 1997 col racconto “Quando attraverserò il fiume”, è premiato anche nell’edizione del 1998, con “Mal di…”. Altri racconti: “Sognando una favola”, “Vado a casa”, “Le due scatole di fiammiferi” sono stati segnalati per la pubblicazione in diverse antologie. I suoi saggi sono usciti sulla rivista “Lettere” e sulla rivista “Caffè”. Un racconto, “La manif”, è stato pubblicato sulla rivista “NarraSud” e sul sito “Sagarana” e un altro, “Il buio nella notte”, sul quotidiano “L’Unità”. Due opere sono state pubblicate nell’Antologia “La lingua strappata”, Leoncavallo Libri 1999.


Ulteriori informazioni su: http://www.kossi-komlaebri.net/interventi.php